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Cancro provocato da un anticancerogeno. Possibile?

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Cancro provocato da un anticancerogeno. Possibile? Empty Cancro provocato da un anticancerogeno. Possibile?

Messaggio  Admin Mar Apr 15, 2008 1:51 am

Ci sono casi in cui un farmaco finisce per causa la stessa problematica per la cui cura o "prevenzione" era stato assunto: questo è uno di quei casi.

Farmaco a doppio taglio

Un farmaco prescritto per il trattamento del cancro al seno, potrebbe invece far proliferare le cellule tumorali, proteggendole dal sistema immunitario.



Il Tamoxifen, una medicina prescritta normalmente per la cura del tumore al seno, potrebbe addirittura aiutare alcuni tipi di cancro a proliferare.

“Lo potrebbe fare mascherandosi da ormone estrogeno” rivela David Shapiro che, con i suoi colleghi dell’Università dell’Illinois, ha scoperto che, oltre a indurre la crescita del tumore, gli estrogeni aiutano il cancro a schermare le cellule tumorali contro il sistema immunitario.

Nelle cellule cancerose umane coltivate in vitro, infatti, gli estrogeni favoriscono l’aumento di produzione di una proteina, la PI-9, che impedisce al nostro sistema immunitario di attaccare le cellule affette da tumore.

Secondo i ricercatori il Tamoxifen, che di solito riduce l’azione degli estrogeni, potrebbe anche sostituirli nella loro azione tumorale. Infatti sia gli estrogeni che il farmaco si legano ai recettori nel nucleo della cellula che attivano il gene responsabile della produzione di PI-9.

Nelle cellule tumorali caratterizzate da abbondanza di tali recettori, quindi, il farmaco fornisce la stessa identica protezione degli ormoni estrogeni contro l’attacco del sistema immunitario finalizzato alla distruzione delle cellule stesse.

Questa scoperta spiega finalmente come mai il Tamoxifen è notoriamente meno efficace nelle donne affette da tumori che hanno alti livelli di recettori per estrogeni.

“Il meccanismo è irritante – commenta Peter Kushner, un biologo molecolare dell’Università della California a San Francisco che studia il cancro al seno – e i dottori non smetteranno di prescrivere il Tamoxifen finché tale meccanismo non sarà verificato su modelli animali. Solo allora i ricercatori saranno motivati a trovare medicine alternative”.

ulisse.sissa.it
11 luglio 2007In collaborazione con New Scientist

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